Ottotipi: cosa sono e quali sono i modelli disponibili
L’ottotipo, chiamato anche tavola ottometrica, è uno strumento necessario per determinare l'acutezza visiva (AV).
Largamente venduti e presenti in studi oculistici e scuole guida, gli ottotipi possono essere luminosi oppure no e ne esistono differenti modelli.
Iniziamo l’approfondimento sottolineando la differenza presente tra un ottotipo luminoso e uno classico.
La tavola ottometrica luminosa viene realizzata tenendo in considerazione le indicazioni cliniche che richiedono una luce bianchissima per una precisa lettura dei dettagli.
In base alle indicazioni vanno utilizzati da distanze ben precise di 3 o 5 metri, così come i modelli non luminosi.
Partendo da questa prima classificazione, adesso andremo ad analizzare nel dettaglio i diversi modelli di ottotipo ed il loro ambito di applicazione:
• Ottotipo Monoyer: utilizzabile come tavola optometrica ad una distanza consigliata di 3 metri;
• Ottotipo Armagnac: presenta simboli differenti dal modello Monoyer, ma è consigliabile utilizzarla ad una distanza di 5 metri
• Tavola optometrica decimale mista: questo modello è utilizzato spesso come tavola optometrica per rinnovo patente, infatti rappresenta uno degli strumenti di lavoro utilizzati dai medici per i test visivi da compiers, appunto,i per il rinnovo della patente.
• Ottotipo Pediatrico: per un test vista di bambini d'età inferiore ai 3 anni sono utilizzati ottotipi costituiti da figure di oggetti e di animali che i piccoli, in relazione alla loro età, siano in condizioni di riconoscere.
• Ottotipo Pesando: tabella oculistica dotata di pannello a luce variabile. I simboli presenti, molto infantili, rispecchiano le prime conoscenze visive e rappresentazioni delle prime cose, oggetti ed animali, che il bambino riconosce.
Come devono essere utilizzati?
La distanza corretta per eseguire l’esame è 3 o 5 metri dall’ottotipo (in base al modello che si sta impiegando) che deve essere posizionato circa all’altezza del viso, in una stanza adeguatamente illuminata.
Il test va eseguito con un occhio per volta, occludendo il controlaterale con il palmo della mano.
Se non si hanno occhiali o lenti a contatto correttive per difetti visivi già noti, il test va eseguito a occhio “nudo”, in caso contrario va portata la correzione in uso per lontano.
La scritta a destra delle lettere che compongono il test indica in decimi il livello di lettura raggiunto.
Se il paziente riesce a leggere anche l’ultima riga, significa che entrambi gli occhi hanno un’ottima capacità visiva. Va comunque tenuto presente che questo non vuol dire avere necessariamente gli occhi sani, alcune patologie collegate alla vista, infatti, possono essere presenti anche con una buona visione.
L’ottotipo ha bisogno di manutenzione?
Un ottotipo non ha bisogno di particolare manutenzione, per pulirlo usare panno morbido e prodotti che non contengano alcool o solventi.
Come scegliere un ottotipo?
Non tutte le lettere, a parità di grandezza angolare, presentano le medesime difficoltà.
E' quindi opportuno che ogni riga della tavola ottotipica sia composta da lettere che realizzino, complessivamente, lo stesso grado medio di difficoltà per evitare errori nella valutazione dell'acutezza visiva.
I simboli alfabetici ed i numeri sono le mire maggiormente utilizzate, anche se sono le più sensibili ad errori di valutazione, vista la grande varietà di forme e similitudini.
In conclusione, va ricordato che il test con ottotipo non è uno strumento valido per giudicare lo stato di salute degli occhi, ma solo un modo di misurare empiricamente la vista.
Non può e non deve essere considerato come un esame sostitutivo alla visita oculistica.